Che premura..ora quì sul petto, dopo i ricordati ricordi di immagini che nel momento del sonno, mi hanno colpito.
Uno, l'idolo d'emozione ( " Sulla cattiva strada" ) e l'altra .... con un fetta di cioccolato per il mio compleanno. E lei che si rivoltava e riveriva sconnessa fra le lenzuola del suo letto, mi sentii respinto. O forse solo ora che la magia del sogno sembra svanire, comincio a respingermi da lei e da quel suo vicino,bacio.
E nella selva vagavamo , io e il mio cuore, imbarazzari di timidezza - sentimento che ancor più adesso abiuro, ha una forza invadente e perniciosa,sovente più egocentrica dell'arroganza. Dalle parole il silenzio s'era ben guardato.
Eravamo accanto l'uno all'altro, il sanguigno e io,mesti privi chissà per ordine di quale grazia dittatrice, della consueta umana voglia di dire. Le sue vene mi accerchiavano il collo. La commozione mi mortificava la bocca. Con intimo peritoso orgoglio mi opposi al pianto. Ma non volevo reggergli, ammettiamo che non volevo. Piansi. Piansi ancora come un bambino.
Sentii gli acidi salirmi alla gola. La mente ordinò di buttarmi a terra , di prostrarmi a lui davanti.
Mi abbattei al suolo manifestando me stesso come mai prima , fugando ogni dubbio su ciò che il me racchiudeva al suo interno.
Stramazzai come stando in piedi, urlai a bocca salda, mi dimenai in segreto, sbracando un piede volò.
Matto folle, folleggiavo.
Lui prese le mie lacrime. Le parti si unirono a diventare solo ammasso. La catasta divenne buia. Buia nel buio, e tutto l'impalpabile dintorno era fitto di indecenti bianche margherite, che avvampavano insolenti nel nero assoluto incombente.
Fui tenuto nel liquido con una dolcezza ineguagliabile che non cederò a descrivere. I suoi fluidi colavano nei miei, confluivano in un liquido comune, indotto dallo stesso morso.
Poter Parlare.
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A partire da essa ,dall'urlo di chi non si voleva vivo , tutto potrà essere detto.
La scena è stata ripulita , e il delirio di esistere può spaziare nel vuoto che si merita: una tabula rasa da cui la fenice del senso, come dopo un teatrale capitombolo , non sembra volersi sollevare.