muto incivile accondiscente permeabile

lunedì 1 dicembre 2008

A un fantasma

Dolce angelo,cara.


Non amo le lettere, l'ho sempre saputo, è una delle pochissime che scrivo. Ho trovato bella la tua ma direi in fine inutile. Sapevo tutto. So ciò che sono per te, cosa ti ho dato. Quello che capivo meno era il perchè mi respingevi, che invece non mi hai mai spiegato. Ma in effetti è così semplice! Mi respingevi perchè io ti respingevo.

Del bene per te

Scopro dal tuo biglietto di averti trasmesso idee che non ritengo le mie migliori: l'essere spontanei, dire ciò che si sente, essere puri, basi da cui partire e subito fuggire. Ciò che avrei voluto comunicarti con il mio vivere morire è l'assenza di noi stessi, il morto battito del tempo, l'illusione oscena del contatto- evadere dal concentramento dell'umano prima ancora di farvi ingresso.
Ma ora che della vita non mi importa oltre (e tanto più ne parlo quanto meno la vivo) non temo nemmeno il supplizio del mondo: che cominci,invece, e subito!

Sento di spregiare tutti, di non amare l'amore. Non ho più nulla da dire ai più se non ,anacronisticamente ma con gemmata caparbietà, esprimere il nulla stesso.

Mi hai scritto "il mondo in cui viviamo oggi": come puoi concepire una lettera per questa creatura e inserire una frase del genere-degenere. Se udita le volterei le spalle, ma scritta?

Potevo insegnarti il valore dell'assedio, degli istanti che non sono. Potevo educarti a impazzire, ad amare l'oblìo, la nullafacenza, l'abbandono tra le braccia dell'ignoto e dello sporco, il lavorio dell'arte spasmodico e sfiancante come unico effimero stato di grazia, sola vera e sublime valentia del generare.

Ma suppongo vivrai meglio convinta di esistere, persuasa di avere la possibilità di amare, la responsabilità e il bisogno di costruire.

Del bene per te

Non darti pena di rispondermi, tutto ciò che non si è detto o scritto non necessita venire a conoscenza.

Cercherò di sopravvivere all'uggia, al dolore che sempre cresce. E' osando il morire che provo un'emozione enorme,una immensa commmozione, un senso peccaminoso e lacerante dell'eterno. Un vivere in deliquio,dissoluto,un attimo estremo. Fine duratura, costante, imperitura.
Credimi,credigli a questo pluriverso: te ne voglio di bene (si dice così quando piangi e ti dedichi a qualcuno, e gli scrivi,come dolore si chiama quando urli e strepiti e chiedi di impazzire.)


POSCRITTO:
la sola cosa seducente e maliosa della vita è che rischia la morte in ogni istante.
Ma è possibile che nessuno riesca a raccogliere i miei cocci?
Serve proprio che io continui a far suonar le tube a perdifiato?

1 commento:

La Manu ha detto...

Davide,tu e io non ci conosciamo.
Non so neanche perchè mi permetto di lasciare una mia frase su un blog così personale, ma non riesco a dirmi di non farlo.
PEnsavo all'anno scorso e volevo davvero ringraziarti di cuore per quello che sei stato per me.
Ero diffidente all'inizio, come mia consuetudine, ma ho capito di aver errato e aprendomi a te ho fatto la cosa migliore che potessi immaginare.
Mi hai fatto capire molte cose, mi hai fatto aprezzare le piccole emozioni della vita e hai smontato le mie sbagliate credenze.Mi hai insegnato a distinguere il corretto dall'errato e mi hai illuminato riguardo i veri valori della vita.MI hai fatto capire che nulla è come sembra e che non sempre tutto è facile.
Sembrano parole sentite, dette e ridette.Ma sono sicura che capirai quanto peso hanno per me e cosa sei significato nella mia crescita
Davvero Davide, Grazie!
e per la prima volta..
Ti voglio bene!