Salve a nessuno.
E' il terzo week end che la presenza mi trapassa, sono tre settimane che mi concede tramite la sua corrispondenza.
E tra le feritoie intravedo cose di altri mondi, tra lo stage che diviene lavoro, tra l'invasione di pluriverso dell'universo della G, ho viaggiato e ora escavatore divengo verme ma non a fini distruttivi, ma d'immaturo campo.
Mi denudo.
Con agape , mi appresto al rielaborare questo sabato e questo pezzo di domenica, ma non in quella merda detta prosa. o solitamente detta, nulla.
Dopo un primo momento/d'arresto/ di violenza carceraria
arriva / e nel tugurio del letto
la sua voce dalla cucina
diletta\
Momenti di rincontro /di ricerca di favella/ed eccola apparir
scolorar
in una canzone
Cena/ ci si appresta ad uscir\ la pioggia batte le porte dell'umore
la nostalgia è prosa
di una rosa
fragile e complessa
Finalmente le profondità/inziano a paralizzare e distanziare
le lontananze
con sottofondo d'autore
imprigionati in casse stereolabili
E' il momento del debutto/ della resa al destino
del passato averno/ che incontra la mitica / cera\
presentata
Dialettica/ e il profondo eccolo/ rifulgente
si leva sui secoli
delle corde del cuore
e mentre le parole escono
la consapevolezza è d'arte
da parte
raggomitolata
nel Suo
tempio/
Ritorno e viaggio \inaspettato / nel futuro del dopodomani
un'occhiata
e via nel cielo puntellato
al tumulo
Differendo lo schermo diffusore/ parole saggie
miste a sagre africane in distillato
provengono da quattro
auree, mura
Dopodichè il buio/ apparente
copre d'un velo le presenze
distanti \calorose/ la minima distanza
il filo rosso è in tensione
Fino all'affogare del sonno demonio
nell'ora dell'illegal ora
pretese d'alzare l'umanoide
corpo derelitto
Sbimestrata domenica
con pioggia d'odor di colpa
ci si appresta
al restìo reale.
Ed un bacio di sfuggita
smuove e raggomitola
le intercapedini
miste a confusione
M'apro e disfo
me stesso
ma v'amo, tutti, spettatori
e con un virgulto
di libertà
donarvi l'energia
tutta
stipata nell'angolo, quì.
D'oltremodo
vi odio ,pubblico, tutti
quando il rifiuto
o i pensieri non detti
divengono rocce
L'invisibile arride
adocchia le unzioni
d'emozioni in gola
persa nella lontananza
nella ricerca del mantenere
quando piega
All'infine , adoro.
Adorami.
E il cadere nel violino
non sarà più
solitudine
pesante, invisibile
certezza
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