muto incivile accondiscente permeabile

domenica 31 maggio 2009

Frattumiera
































Uno scalpello. uno zoccolo. Il bello.
c'è una connessione tra le vette raggiungibili possibili del bello (e quindi sconsideratamente del meglio , non del bene che è un concetto rotatorio perciò relativo) e lo spuntare, scavare dall'interno?


c'è un modo per fermarti?


bidonvillage" mi fanno eco dall'interno senza filo, ma tutto quello che è village non è mero ma pattu-mi- era. Era un patto con se stesso che era e fu e che mai potrà essere del MI ovvero d'una cosa ineffabile non compiuta , assolta, assoluta.


No impossibile se ti fermi senti il puzzo , non più del girovagare, ma del reclamo dell'ansia, di quel stramalnutritico accidente che è il sentire. Non sentire ma olfattivo.


Recidivo capo d'imputazione permissivo che da un cannocchiale smarrisce gli anfibi giovanili e si prepara, disfacendosi.


Da quando l'assenza ha pesato e continua a pesare così, tanto? E' per caso un vuoto d'assenzio?




Troppe domande più intrusioni, anfratti smercificati oramai del tutto "buono per auotdifesa" divenuta abitudine formale, che come formalismo ha poco a che fare con il reale.


Sarà lo stesso errore dell'altra volta. Probabilmente, ma il nichilismo quindi è corroso. Paradosso nel primo vagito dell'etichetta di "nascita" di qualcosa.


burrito scosceso giù dalla collina fino in prateria, ove visi stolidi annusano il cielo, ne fanno carta da parati, per paresi di proprietà privata.


Mungono ore da soli, in preda al più focolare gesto di derisione , uccidono l'idea relegata all'uomo primitivo e permettono al disfacimento del ronzìo del silenzio d'accatto normale ,afasico, -amembrana.


Se piccoli topi scivolassero da sotto i letti, prostatisi al di sopra delle convenzioni, del sedersi o dello stare in piedi, e si facessero non dico pietosi abbracci ma nullatenenti sospiri?


così da rubar loro respiro alcuno ma energia eretica dell'approdo a barche bisesitili, mestizie artificiose folate,


ma capanni d'oltremare.


uno. uno sprovveduto. un olfatto. un continuo ammantare per disfarre nel sicuro dove oramai la grotta è scomparsa,l'automazione.




cARNALE avversione.




Forse la diversità è un’eterna giovinezza,


un perenne amare i sensi e non pentirsi.




Non più.








Etvoilà.




Di nuovo silenzio dopo l'albero.

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